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Capodanno in Giappone, alla scoperta di antiche cerimonie

Di Camilla
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—– Capodanno in Giappone —–

Tra le esperienze più intense vissute in Giappone c’è sicuramente il Capodanno. Se vuoi un ultimo dell’anno diverso dal solito, meno sfrenato, ma più spirituale e particolarmente suggestivo, quello nel paese del Sol Levante ti lascerà senza parole. Noi l’abbiamo trascorso a Kyoto, immergendoci nelle tradizioni locali. Impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’atmosfera autentica di quei luoghi stupendi e da quel mix unico di pathos e rispetto con cui i Giapponesi partecipavano alle cerimonie.

In questo artiolo ti racconto come i Giapponesi danno il benvenuto al nuovo anno e soprattutto come lo abbiamo fatto noi.

Capodanno, una festa speciale

Il Capodanno in Giappone è una delle ricorrenze più importanti e si festeggia per alcuni giorni: si sta in famiglia e ci si reca nei luoghi di culto. È un momento denso di significati e a richiamarli tutti ci sono gli splendidi decori che adornano case, locali, templi e santuari. Poi ci sono le cerimonie, come quella dei 108 rintocchi, che sono dei momenti imperdibili. Noi abbiamo scelto di festeggiarlo a Kyoto poiché si tratta della città simbolo della tradizione nipponica e ci è sembrato il luogo perfetto per accogliere il nuovo anno secondo i riti locali (qui la mia guida per Kyoto).

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Uno dei bellissimi addobbi in vista del Capodanno

La magia dei templi e dei santuari

Dopo aver cenato in famiglia ed essersi intrattenuti con giochi e programmi musicali, i Giapponesi verso la mezzanotte del 31 dicembre si recano in templi e santuari. Lo stesso fanno anche il primo giorno dell’anno. È un’usanza molto sentita, come ci ha confermato un’impiegata del nostro hotel, e viene seguita anche da chi non frequenta con costanza i luoghi di culto. Molti arrivano a mezzanotte e attendono lì l’alba. Così templi e santuari si riempiono di persone che si incontrano, trascorrono del tempo insieme e si dedicano ad intensi momenti di raccoglimento, oltre a mangiare. Sembrerà strano ma è proprio così: fuori e dentro templi e santuari vengono allestite tantissime bancarelle di cibo e bevande.

Lì per lì ne son rimasta stupita, perché non capivo come si potessero conciliare quegli stand colorati e ricchi di bontà con un’atmosfera di preghiera e meditazione. Ma in realtà, nell’aria c’è un bellissimo clima di festa, in cui tutto trova il suo equilibrio. È anche questa la magia del Giappone.
La bellezza di questi luoghi vestiti per un’occasione speciale, con altari pieni di bottiglie, tamburi dipinti e decori di carta di buon auspicio, completa un quadro che è un’opera d’arte.

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Gli addobbi del santuario Yasaka Jinka

Il nostro Capodanno in Giappone: prima tappa a Yasaka Jinja

Non avendo amici giapponesi non abbiamo potuto fare cena in una casa, ma abbiamo gustato un ottimo pasto in un ristorante di Gion. Poi siamo passati ai veri festeggiamenti: la prima tappa del nostro Capodanno in Giappone è stata al santuario shintoista Yasaka Jinja (ingresso gratuito). Senza saperlo ci siamo imbattuti in un’usanza molto particolare: una cerimonia di purificazione. Ci si avvicina ad un fuoco sacro con una corda e la si accende, poi si dovrebbe mantenere vivo il fuoco agitando la fune fino al ritorno a casa e posizionare la corda in cucina, dove rimane come simbolo di buon auspicio. Secondo quanto ci hanno spiegato dei ragazzi del posto, la fiamma andrebbe usata per accendere il fuoco per la prima zuppa dell’anno.

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La cerimonia del fuoco al santuario Yasaka Jinka

C’era nell’aria un senso di misticità e spiritualità pazzesca, la fiamma diventava un catalizzatore e tutt’intorno era pieno di persone che con piccoli movimenti della mano, quasi ipnotici, cercavano di mantenere vivo il fuoco delle loro corde. Io non sono stata così brava e dopo poco la mia era già spenta. Ma la conservo in cucina per ricordo.

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Una parte del maestoso tempio Chion

Seconda tappa: la cerimonia dei 108 rintocchi

Un classico del Capodanno in Giappone è la cerimonia dei 108 rintocchi: un altro rito di purificazione. Il numero 108 richiama i peccati capitali secondo i Buddhisti: facendo proprio quel numero di rintocchi i peccati verrebbero cancellati. Il rito si tiene in molti templi e ad un certo punto sono le persone comuni che si mettono in fila, fanno un’offerta, esprimono un desiderio e poi battono sulla campana. Noi però siamo riusciti ad assistere ad una delle cerimonie forse più suggestive di Kyoto: quella al tempio Chion-in (ingresso gratuito).

Stavamo quasi per perderla, perché la fila per accedere era lunghissima. Se sei a Kyoto e vuoi vederla vai prima delle 22, perché già a quell’ora la coda sembrava infinita. Stavamo quasi per rinunciare quando finalmente siamo riusciti a varcare il grande portone che dà accesso al complesso del tempio. Il percorso era illuminato quasi solo dalla luna, fino alla struttura che ospita la grande campana. C’era anche un simpatico monaco che con un megafono dava istruzioni alla folla dispensando grandi sorrisi e saluti a tutti.

 

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Uno dei momenti della cerimonia dei 108 rintocchi al tempio Chion

La “danza” dei monaci

Non me ne vogliano i monaci se parlo di danza, ma il loro movimento era così coordinato e armonico che faceva pensare ad un ballo solenne. C’erano infatti diversi monaci che con una sorta di canto (non so cosa dicessero) tenevano il tempo e muovevano un grande bastone che, con cadenza regolare, veniva spinto verso la campana. Ma la cosa particolare era il colpo: il bastone era tenuto da più monaci con diverse corde, ad un certo punto per dare la giusta spinta uno di loro si lanciava e il tronco colpiva la campana.

Peccato ci fosse tantissima gente, ma capisco che tutti volessero vedere. I monaci però sembravano non accorgersene, erano completamente immersi in ciò che stavano facendo. Nonostante la folla e il fatto che non si possa assistere tutto il tempo (ci deve esser ricambio per dare a tutti modo di vedere), penso valga veramente la pena andare a Chion-in se si vuole celebrare il Capodanno in Giappone.

I rintocchi che riempiono la notte

Con gli occhi ancora pieni di quello spettacolo di armonia e grandezza, abbiamo continuato a passeggiare per Kyoto, ritornando verso l’hotel. Mentre camminavamo i rintocchi delle campane continuavano a riecheggiare nella notte, creando una colonna sonora tanto poetica quando spirituale.

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Uno dei monaci in meditazione durante la sera di Capodanno

I decori di buon auspicio

Come accennato, il Capodanno in Giappone è anche fatto di decorazioni, tante e molto particolari. Alle porte ad esempio si trovano degli addobbi fatti di bambù e pini: dovrebbero attirare gli dei, che per il Capodanno scendono sulla terra. In genere vengono tolti, per essere bruciati in un tempio, il 7 gennaio. Altra cosa che troverai esposta un po’ ovunque, nelle case come nei luoghi di culto, sono i mochi, dolci di riso di colore bianco e dalla forma circolare, con sopra un arancio. Secondo la tradizione, la torta mochi conterrebbe gli spiriti degli dei. Un po’ ovunque poi ci sono origami appesi che ondeggiano al vento.

Il Capodanno in Giappone è stato decisamente un momento speciale, un’esperienza indimenticabile che ha reso ancora più intenso il nostro viaggio nel paese del Sol Levante (qui l’itinerario di tutto il viaggio).

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4 Commenti

sandra 3 Agosto 2018 - 11:53

Se tutto va come deve andare sarò in Giappone anch’io a Capodanno e non vedo l’ora. Interessante questa serie di riti che hai descritto, ma ti chiedo un’informazione più terra terra: il clima? Freddo? Neve? grazie!

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Camilla 4 Agosto 2018 - 8:22

Ciao Sandra, che bello il Giappone a Capodanno. Per quanto riguarda il clima abbiamo trovato un clima piuttosto simile a quello che c’è da noi d’inverno, ma senza picchi eccessivi. Freddo ma comunque non freddissimo. in 15 giorni ha piovuta una sola volta e almeno in quel periodo non c’è stata neve. Il luogo sicuramente più freddo è stato Hakone ma era prevedibile, quindi se vai lì copriti super bene.

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Valeria 15 Giugno 2018 - 17:47

Che meraviglia, il Capodanno in Giappone ancora mi manca! Dev’essere stato davvero suggestivo assistere alle cerimonie, soprattutto in una città come Kyoto!

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Camilla 15 Giugno 2018 - 18:52

Ciao Valeria, si decisamente suggestivo. C’era un’atmosfera pazzesca.

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