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Matadero e La Tabacalera: i centri culturali da non perdere a Madrid

Di Camilla
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—– I tre centri culturali da non perdere a Madrid —-

Madrid è stata una bellissima scoperta per me per tanti aspetti, ma ciò che forse mi colpita di più è la sua straordinaria capacità di creare degli spazi unici per le espressioni artistiche e culturali,  anche attraverso il recupero di vecchi edifici che hanno così un nuova vita ricca di fascino. 

La capitale spagnola,  com’è noto, ospita un gran numero di importanti musei, alcuni dei quali sono tra i più belli d’Europa come il Prado o il Reina Sofia, ma non si limita a questo. Il suo grande pregio è infatti quello di aver saputo creare spazi alternativi a quelli più classici e famosi, centri culturali e d’avanguardia che sono diventanti luoghi di espressione artistica, di fusione interdisciplinare e al tempo stesso speciali punti d’incontro e confronto.

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Il centro culturale Matadero

Tre centri culturali da non perdere a Madrid

Il Matadero, la Tabacalera e il Neomudéjar rientrano a pieno titolo tra le tappe da fare se si vuole scoprire il vero spirito di Madrid (Qui la mia guida sulla città).  In realtà, nella capitale spagnola ce ne sono anche altri di centri culturali d’avanguardia (avevo ad esempio letto della Casa Encendida), ma questi sono quelli che mi sento di consigliare.

Io personalmente ho avuto la possibilità di visitare solo il Matadero e la Tabacalera, perché il terzo era chiuso in occasione delle festività natalizie (il periodo in cui io sono stata a Madrid). Ad onor di cronaca, posso dire di averlo visto da fuori! Non avevamo controllato la loro pagina FB, ma ci eravamo basati solo sugli orari del sito, così solo una volta arrivati lì davanti abbiamo scoperto che era chiuso. Ci è dispiaciuto moltissimo. La mia carissima amica Ambra, che è un’artista ed ha vissuto per molto tempo a Madrid, mi aveva parlato benissimo di questo posto, e ho deciso di inserirlo ugualmente in questa lista.

Il Matadero, da ex mattatoio a centro culturale

Il Matadero è un enorme complesso in stile neo-muéjar, costruito tra il 1911 e il 1925, composto da più edifici, un lungo e largo viale e altri grandi spazi all’aperto. Era l’ex mattatoio di Madrid, nonché grande centro di smistamento della carne, rimasto in funzione fino ai primi anni ’90. La struttura è stata recuperata mantenendo però il suo stile industriale, che dà quel tocco di vissuto e contemporaneo che si sposa benissimo con un centro culturale moderno e d’avanguardia.

Alcune parti del complesso mantengono pareti grezze, angoli scrostati e vecchi soffitti, altre hanno subito una ristrutturazione completa, anche in base al tipo di attività che ospitano, ma comunque senza snaturarne lo stile. Il Matadero nasce come luogo pubblico, gestito dall’Amministrazione di Madrid, per favorire una ricerca e un processo di sviluppo artistico che rifletta i cambiamenti socio culturali.Un luogo dove più forme d’arte possono trovare il loro spazio, dove la libera espressione è incentivata nelle sue forme più varie, favorendone anche una contaminazione.

Il complesso ospita in effetti tante attività: esposizioni di vario genere, una cineteca dedicata al film documentario, il centro del design, aree per bambini, una scuola di bici, un bar-teatro, spazi riservati alla registrazione musicale, altri alla formazione e una grande biblioteca con una serie di bellissime stanze per la lettura in cui sono ospitati numerosi progetti, tra cui alcuni per i più piccoli.

Gli spazi per i bimbi sembravano le ambientazione di una favola. Ci sono poi ambienti che possono essere usati su richiesta presentando un progetto e altri che non ho avuto modo di vedere. Il complesso ospita workshop, concerti ed eventi di vario tipo, molti dei questi si tengono nei grandi spazi all’aperto.

Secondo quanto ho letto, con la dismissione del mattatoio, i cittadini si sono mobilitati affinché la struttura rimanesse a disposizione del pubblico per attività culturali e non passasse ad un privato. Devo ammettere che l’Amministrazione di Madrid ha creato qualcosa di speciale.

Matadero, il centro culturale per tutti

Noi abbiamo avuto modo di vedere una mostra di foto, una di arte grafica dedicata al tema della tolleranza e due installazioni, di cui una particolarissima che non saprei spiegare. Oltre alle esposizioni in sé e alla struttura, ciò che mi ha piacevolmente colpita è stata un’altra cosa: al Matadero ho incontrato persone diversissime e di tutte le età, c’erano famiglie con bambini, giovani, anziani, c’erano intellettuali in giacca e cravatta e tipi piuttosto “alternativi” (passami la definizione).

L’idea che trasmette è quella di essere un centro culturale in cui ognuno può trovare qualcosa che lo interessi, lo coinvolga, gli permetta di esprimere se stesso. Un luogo dove avanguardia e alternativo non assumono quell’accezione un po’ restrittiva che spesso viene loro affibbiata, rilegandoli a qualcosa per una nicchia. Sicuramente è uno dei centri culturali da non perdere se si vuole conoscere meglio l’anima di Madrid.

Come arrivare al Matadero

Il Matadero si trova in Paseo de la Chopera, 14 e si può facilmente raggiungere con la metro (linea 6 grigia o 3 gialla), fermata Legazpi. L’ingresso è libero. Di norma è aperto dal martedì al venerdì dalle 16 alle 21, nel weekend dalle 11 alle 21. Qui il sito del centro culturale.

 

L’ex fabbrica di Tabacchi

La Tabacalera era un tempo una fabbrica di tabacchi, diventata oggi uno dei centri culturali più particolari di Madrid. La struttura. autogestita da alcuni collettivi, praticamente non è stata restaurata e mantiene quell’aspetto dismesso delle vecchie fabbriche abbandonate, che a me incuriosiscono ed affascinano molto. L’obiettivo del centro è quello di dare a individui e gruppi  la possibilità di esprimere se stessi e le proprie capacità, ma anche di creare opportunità di socializzazione, confronto, dibattito e divertimento.

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Il centro culturale Tabacalera

All’apparenza è piuttosto diverso dal Matadero anche se non meno interessante. Anche qui ci sono spazi dedicati ai laboratori creativi (come quello di fotografia), alla danza, al teatro, alle esposizioni e agli eventi, oltre ad un bar un po’ arrangiato dove vendevano principalmente birra. La parte sotterranea dell’edificio centrale è un susseguirsi di gallerie completamente ricoperte di murales, alcuni veramente belli.

Dall’androne principale si accede ad un cortile con un giardinetto. Quando siamo andati noi c’erano gruppetti di ragazzi che suonavano e chiacchieravano. Superato il piazzale c’è un grande capannone che ospita le botteghe dove artisti e artigiani lavorano.

La Tabacalera rispetta più l’immaginario collettivo di centro culturale alternativo, meno organizzato forse e più lasciato all’ispirazione dei singoli o dei piccoli gruppi. Questa è almeno l’impressione che ho avuto, ma quando ci sono stata non c’erano eventi in programma. La struttura infatti ospita molte manifestazioni, dai concerti alle mostre. Nonostante l’aspetto meno curato, anche qui abbiamo incontrato famiglie con bambini e questa cosa mi è piaciuta molto.

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Alcune stanze all’nterno de La Tabacalera

Come arrivare alla Tabacalera

Si può raggiungere la Tabacalera con la metro (linea 3 gialla) e scendere a Lavapies. L’ingresso è gratuito. Vi consiglio di controllare gli orari perché non è sempre aperto. Quando siamo andati noi, non si accedeva dal grande cancello, ma dai portoni laterali sulla via a sinistra del cancello, ce ne sono tre: noi siamo entrati dal primo. Lo preciso perché in realtà non c’erano cartelli e non l’avevamo individuato subito. Qui il sito del centro culturale per controllare anche gli orari.

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2 Commenti

Laura 8 Settembre 2018 - 14:54

I centri culturali, soprattutto quando sono in luoghi cosi’ particolari, mi affascinano sempre. Anche a Piacenza l’ex mattatoio e’ stato ristrutturato e riconvertito in aule universitarie, e per me e’ uno spazio bellissimo. Quando visitero’ Madrid, una tappa in questi centri culturali sara’ d’obbligo. Grazie per la segnalazione.

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Camilla 8 Settembre 2018 - 16:01

Ciao Laura, non sapevo del riutilizzo del mattatoio di Piacenza, è un bel progetto. Mi fa piacere sapere che anche in Italia stiamo iniziando a creare posti di questo tipo

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