– Stazioni dell’arte della metropolitana di Napoli –
Napoli è piena di meraviglie, le tappe possibili in città sono tantissime, ma tra queste ce ne sono alcune veramente particolari e fuori dal comune: le stazioni dell’arte, ovvero le stazioni della metro.
Già nel mio elenco delle cose da vedere a Napoli lo avevo accennato, ma questa volta voglio parlartene un po’ meglio. Le stazioni dell’arte, 15 in tutto, rappresentano un interessante progetto promosso dall’Amministrazione comunale che trasforma le fermate delle metropolitana di Napoli in luoghi artistici, fruibili da tutti in ogni momento della vita quotidiana.
Stazioni dell’arte di Napoli, la metro diventa museo
Quelle che erano semplici zone di passaggio, sono diventate luoghi per scoprire l’arte contemporanea: un vero museo decentrato, che si estende su tutta la superficie urbana, all’interno e subito fuori dalle fermate. Un museo che vede protagoniste circa 200 opere di quasi 100 grandi artisti del nostro tempo. La progettazione, con il coordinamento artistico di Achille Bonito Olivaè, è stata affidata a noti architetti che, per ogni fermata, hanno dato vita a qualcosa di unico.
Personalmente ho trovato il progetto delle stazioni della metropolitana molto affascinante: non solo avvicina chiunque all’arte contemporanea, ma trasforma posti spesso spogli in luoghi attraenti, che stimolano la curiosità e portano a vivere l’arte in un modo nuovo e dinamico.

La stazione metro Toledo
Magari non si ha il tempo di vederle proprio tutte (come è successo a me), ma almeno alcune ti suggerisco vivamente di andarle a visitare. Noi l’ultima volta che siamo stati a Napoli abbiamo fatto il biglietto giornaliero della metro (costava 3,5 euro) e ne abbiamo approfittato per vederne diverse. Qui ti segnalo quelle che mi hanno colpita di più.
Stazioni dell’arte di Napoli: quelle da non perdere
La Stazione Toledo e il Crater de Luz
La più famosa tra le fermate metro di Napoli è probabilmente Toledo, in pieno centro. La stazione è ricca di mosaici di diverso tipo, alcuni richiamano figure della storia napoletana altre i colori della terra partenopea, dal giallo all’azzurro del mare. La parte più nota è senza dubbio la grande bocca ovale del Crater de Luz, resa ancora più d’effetto da un gioco di led che si mescola alla luce filtrata dall’esterno.

Il Crater de luz
È una sorta di buco che va dal piano più alto a quello più basso, sopra un’ampia hall che si colloca a 40 metri sotto terra. Come in molte delle stazioni della metropolitana partenopea, anche Toledo è abbellita da una serie di opere d’arte e istallazioni di diversi artisti, tra le quali la carrellata di volti di Oliviero Toscani, “Il teatro è vita. La vita è teatro” dell’iraniana” Shirin Neshat che ha immortalato 10 attori del teatro napoletano e la frase epigrammatica di Lawrence Weiner.
Stazione Università e l’era digitale
I linguaggi e i saperi dell’era digitale sono invece i protagonisti della stazione Università, forse quella che mi ha più colpita tra le Stazioni dell’arte di Napoli (sarà anche perché lavorando in comunicazione l’ho sentita molto vicina). L’architetto Karim Rashid, attraverso colori flou, materiali innovati e forme morbide, ha cercato di toccare la sfera emozionale dei passanti, portandoli a riflettere sulla comunicazione nell’era digitale, sui concetti di simultaneità, innovazione e mobilità.
In ogni punto si posi lo sguardo c’è qualcosa di particolare: dalle parole sulle mattonelle alle pareti delle scale d’accesso, ai volti di profilo subito dopo i tornelli, che richiamano il dialogo, fino alla scultura che riproduce la sinapsi. E questo è solo l’ingresso. Tutto il resto della stazione è una meraviglia di colori accesi, forme, effetti tridimensionali, light box e non solo. Originale è l’omaggio a Dante Alighieri, il cui volto insieme a quello di Beatrice si trova sui gradini di due scale.

L’omaggio a Dante alla stazione Università
I messaggi della Stazione Dante
La stazione Dante, inaugurata nel 2002, ospita diverse opere d’arte tra cui due tele di Carlo Alfano e un’istallazione di Joseph Kosuth: una citazione tratta dal Convivio di Dante che è stata riprodotta con tubi al neon. Ad arricchire questa fermata c’è anche la creazione di Jannis Kounellis a tema viaggio: delle strisce di ferro simili a binari sono fissate ad una parete, sotto di esse sono incastrati un soprabito, un cappello, dei trenini giocattoli e tante paia di scarpe.
Ad accompagnare per un tratto il viaggiatore c’è inoltre la parete coloratissima di Nicola De Maria, “Universo senza bombe, regno dei fiori, 7angeli rossi”: un mix di forme geometriche dalle tonalità sgargianti il cui messaggio richiama il bisogno di felicità e gioia di ognuno di noi.
Stazioni dell’arte, d’obbligo la fermata Salvator Rosa
Tra le stazioni dell’arte di Napoli quella di Salvator Rosa è forse tra le più particolari: il progetto infatti vede un commistione di contemporaneità e passato. I lavori hanno infatti permesso di recuperare ciò che restava di un ponte romano e di una cappella neoclassica, ma anche di riqualificare una zona dando nuovo volto a spazi comuni e palazzi. La pareti esterne della stazione, ricoperte di marmi dorati, richiamano come motivo architettonico l’antico ponte.

Il Piazzale dei gioci
A creare un mix alquanto originale c’è però anche una guglia. All’esterno, accanto al ponte, sono state poste istallazioni moderne dai colori sgargianti, peccato averle viste di notte e con la pioggia. Anche con il buio non passano però inosservati i totem colorati del piazzale dei giochi, ispirati ai personaggi delle avventure di Pinocchio. Sul pavimento ci sono invece il tris, la campana e un labirinto. Anche i palazzi intorno sono stati valorizzati con opere: oltre ad alcuni murales c’è la pioggia di raggi dorati di Mimmo Paladino, nel palazzo in cui abitò Giovanni Capurro, autore di O sole mio. Anche all’interno della stazione non mancano opere d’arte, tra cui la simpatica istallazione A subway è chiù sicura di Emiliano Perino: quattro Fiat Cinquecento sotto delle coperte, come a dire che la metropolitana è più sicura delle auto.
Colori, volti e geometrie alla stazione Materdei
Tra le stazioni della metropolitana di Napoli da non perdere c’è indubbiamente Materdei: anche in questo caso il progetto ha visto una riqualificazione dell’area esterna, trasformata in un accogliente e colorata isola pedonale. A caratterizzare l’ingresso c’è un mosaico ma soprattutto una grande stella. Nell’atrio, attira l’attenzione un mosaico di Luigi Ontani, con figure fantastiche che sguazzano in un mare insieme ad un Pulcinella.

L’opera di Sol LeWitt
Tra le particolarità c’è la parete dai colori sgargianti di Sol LeWitt (della serie Wall drawings) ma anche l’opera “Innocenti”, i volti di grandi personaggi solcati da una lacrima.
Le scale mobili della fermarta Garibaldi
Meno ricca di opere d’arte (ce ne sono due di Michelangelo Pistoletto), la stazione Garibaldi è comunque spettacolare: la sua unicità è data dalle grandi scale mobili sospese e sormontate solo da vetri, così che la luce solare arrivi fino a 40 metri di profondità.

Stazione Garibaldi
Tra le cose da vedere a Napoli almeno alcune delle Stazioni dell’arte non possono mancare. Non solo sono molto belle e originali, ma rappresentano anche un interessante progetto di valorizzazione della città. Il mio obiettivo è di riuscire a vedere quelle che ho dovuto saltare nella mia prossima tappa a Napoli.
Prima di salutarti però voglio fare un’altra segnalazione, anche qui stiamo parlando di un progetto importante che riqualifica una zona della città: Le Catacombe di Napoli. Se non le hai viste, inseriscile tra le cose da fare in città.
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4 Commenti
Bellissime queste stazioni, una meglio dell’altra. Almeno si aspetta la metro con allegria e colore e in compagnia dell’arte, che è un’ottima compagna. Un tocco in più ad una città che già di per se è splendida.
Ciao Silvia, si è una bella idea e un modo per valorizzare posti spesso trascurati.
L’idea di visitare le stazioni con un occhio all’arte mi piace veramente tanto e non pensavo assolutamente che Napoli offrisse tutto ciò ai suoi visitatori e viaggiatori. Grazie mille per le dritte che prenderò in considerazione per il prossimo viaggio .
Ciao Sabrina, si è una bellissima iniziativa che secondo me valorizza molto i luoghi di passaggio. Il bello è che si possono ammirare spostandosi da un posto all’altro senza dover allungare troppo il proprio itinerario.