Home » Un Natale diverso, tra incertezza e sperenze

Un Natale diverso, tra incertezza e sperenze

Di Camilla
Natale diverso-natale-viaggi

– Un natale diverso –

Sarà un Natale diverso, quasi un Natale a metà. E i pensieri vagano senza un filo logico, in un viaggio tra passato e presente, tra desideri, sogni e consapevolezza di ciò che si può e soprattutto non si può fare.

Negli ultimi 10 anni per me il Natale ha voluto dire viaggi, mete tanto desiderate, esperienze che hanno lasciato il segno. Mi piace il Natale e mi piace l’atmosfera che si crea, l’ho sempre amata e attesa fin da bambina, impreziosendola con gli addobbi più belli che disseminavo ovunque.

Con il tempo, per una serie di ragioni tra cui il lavoro, ho iniziato a vivere questo periodo diversamente. È diventato quello perfetto per viaggiare. Così ho imparato a festeggiare  in anticipo con amici e parenti, creando momenti speciali. Per loro non è mai stata la stessa cosa che trascorrere insieme il 25, ma hanno imparato a fare i conti con il mio bisogno di partire e con quella vena un po’ egoista che a volte guida le azioni dei viaggiatori.

natale in famiglia-ricordi di natale

Ricordi di Natale

Il primo Natale lontano e poi tanti altri

Il primo Natale che ho passato fuori, a dire il vero, dipendeva dal fatto che vivevo proprio all’estero, in Etiopia. Saremmo rientrati da quella lunga esperienza a fine gennaio, non potevamo tornare anche a dicembre. Di quel primo Natale lontano da casa ho parlato qui.

Poi ne sono arrivati tanti altri, tra quelli in cui partivo prima delle feste e quelli subito dopo il pranzo del 25, così almeno una mezza giornata “importante” la si trascorreva insieme.

Un Natale diverso

Non è quindi così strano per me essere lontana dai miei cari il giorno di Natale, quelli seguenti e a Capodanno. Eppure questa volta è tutto diverso. Sono mesi che non ci si vede, se non tramite gli schermi dei cellulari, e non ci si abbraccia. Non ci saranno quei giorni speciali pre natalizi a cui tenevo tanto. Questa volta, stare lontani non è una scelta e rende tutto differente.

Dall’ultima volta che ci si è visti sono successe tante cose. In mezzo ci sono persone care che sono venute a mancare, la paura di essere contagiati, i giorni in attesa di sapere se gli amici che avevano contratto il virus stessero bene. Ci sono i timori per come andranno i prossimi mesi, gli interrogativi su quanto ancora dovremo aspettare prima che la situazioni cambi.

La libertà di scelta, la libertà di muovermi mi manca, terribilmente. Così come mi manca viaggiare, perché è parte del mio modo di vivere, del mio modo di rapportarmi al mondo e agli altri.

So bene che è un sacrificio necessario e lo faccio con la consapevolezza che è fondamentale. Non mi lamento, ma ci penso.

Penso ai miei genitori che vivono solo al di là del “confine regionale”, che prima neanche mi accorgevo ci fosse un confine, mentre ora è come se ci fosse un muro. Sono a meno di due ore da me e sembrano lontani come quando vivevo in Etiopia. Penso agli amici sparsi in altre parti d’Italia e del mondo, che non vedo da tanti mesi e non so quando rivedrò.

 

Sono abituata alla distanza, alle persone care lontane da me – gran parte dei miei amici più stretti vivono in altri città o paesi -; sono abituata a vivere il “Natale” in posti strani dove magari non si festeggia come qui. Ma questa volta è  un Natale diverso da tutti gli altri e mi pesa, sono sincera. Mi mancheranno gli abbracci, le piccole tradizioni che seppur spostate di qualche giorno si ripetevano ogni anno. Mi mancano e mi mancheranno i viaggi, come pure quella spensieratezza che accompagnava quei giorni.

Starò lontana dai miei cari e le farò nella convinzione che sia la cosa più sensata.

Ma non posso e non voglio far finta di niente, perché questa pandemia ha sconvolto tutto e dobbiamo dare forma e parole ai sentimenti per poterci convivere e non farci logorare.

Perché l’emergenza iniziale è stata una tempesta arrivata all’improvviso con una forza disumana, ma questa seconda fase per molti aspetti sta diventando ancora più faticosa, perché c’è il trauma e il ricordo di quanto vissuto da marzo, perché l’incertezza e l’imprevedibilità ci accompagnano giorno dopo giorno. Difficile, se non impossibile, fare progetti. Vivere con la paura di una terza fase può diventare paralizzante.

ricordi di natale-natale

Natale 2019

Il potere e l’eccezionalità della libertà

Ma c’è anche dell’altro in questo Natale a metà. Ci sono tutti i pensieri che costantemente mi accompagnano da mesi e mi ripetono quanto siamo privilegiati.

Perché ora non ci sentiamo liberi (anche se poi possiamo fare un sacco di cose), ma lo siamo stati fino a marzo e per un po’ anche d’estate. Salvo imprevisti, torneremo ad esserlo fra qualche mese. Ma c’è chi non lo è, non lo è mai stato e forse in questa vita non lo sarà mai.

Non mi sono accorta solo ora della loro esistenza, non ho sviluppato in questi giorni questa consapevolezza e chi mi conosce lo sa. I miei mesi in Etiopia, tra l’altro, mi hanno messo a contatto con realtà disperate e mi hanno insegnato tanto. Ho amici che nel loro paese erano in pericolo eppure non lo potevano lasciare. Prima di poter volare e ricominciare da capo hanno atteso due anni nascosti, vivendo nella paura.

libertà di viaggiare-valore dei passaporti

Non tutti i passaporti sono uguali

Sapevo anche prima di avere una libertà e un privilegio che loro non avevano e hanno conquistato solo a caro prezzo. E loro sono fortunati, perché alla fine ce l’hanno fatta. Per molti altri non è stato così e non lo sarà mai.

Per qualcuno possono essere frasi retoriche, ma non credo lo siano. Perché in fondo penso che non ci rendiamo mai veramente conto di quanto siamo fortunati a vivere in questa parte di mondo, in un paese che seppur con tanti, tantissimi limiti, è una democrazia. Perché forse non ci soffermiamo mai abbastanza su cosa voglia dire essere bianchi, vivere in salute, avere un passaporto come il nostro.

Sono cose che sapevo, cose che l’Etiopia mi aveva risbattuto in faccia con forza. Ma sono cose a cui da marzo penso e ripenso continuamente.

Vorrei che ci riflettessero di più anche altre persone (e non mi dilungo su chi, perché è scontato e sono già oltre la lunghezza sopportabile per un articolo). Ma non sono sicura che ciò accadrà: questa pandemia ci ha sconvolti, ci ha cambiati, eppure su molti aspetti e posizioni non ha avuto impatto, nonostante gli slogan iniziali secondo cui ne saremmo usciti migliori.

Buon Natale!

.

.

.

.

 

Condividi l'articolo!

Scrivi un commento

Questo sito utilizza cookies per migliorare l'esperienza di uso. Fornisci il tuo ok o scopri di più per gestirli come preferisci. Accetta Leggi di più