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Viaggio a Kyoto, la mia guida

Di Camilla
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—– Viaggio a Kyoto —–

L’equilibrio perfetto tra bellezza e tradizione, eleganza e sobrietà, pace e armonia: Kyoto mi ha conquistata così, regalandomi un’esperienza di totale immersione nel Giappone più antico, con i suoi templi e santuari, i riti centenari e quel senso di tranquillità improvvisa e profonda che sanno suscitare i suoi splendidi giardini.

Il viaggio a Kyoto era parte di un affascinante tour in Giappone di 2 settimane (qui trovi tutto l’itinerario): era la terza tappa e forse quella che attendevo di più. Ci siamo arrivati dopo aver visitato altri incantevoli luoghi dove la tradizione prevaleva sulla modernità, come Kamakura (di cui ho scritto qui) e Hakone, ma a Kyoto è stato diverso: ha quel fascino della grande città che non ha perso la sua anima più vera. Porta i segni della modernità con orgoglio, come la maestosa stazione centrale, ma senza lasciarsi snaturare. 
In questo articolo trovi il racconto del mio viaggio a Kyoto e tanti suggerimenti utili se vuoi visitare l’antica capitale del Giappone.

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Gli allestimenti del capodanno nel santuario Fushimi Inari di Kyoto

Perché fare un viaggio a Kyoto a fine dicembre

Abbiamo trascorso a Kyoto poco più di tre giorni e non ci siamo fermati mai. Era a cavallo di Capodanno ed è stato stupendo, perché è una ricorrenza molto sentita e c’era una bellissima atmosfera. La città era vestita a festa, compresi i luoghi di culto: per i Giapponesi il primo giorno dell’anno è infatti consuetudine visitare templi e santuari. Noi abbiamo preso parte ad alcuni riti storici, come quello dei 108 rintocchi (ne parlerò in un altro articolo). Non potevamo scegliere periodo migliore per un viaggio a Kyoto. Se ti trovi in Giappone a dicembre ti consiglio di fare tappa a lì per il 31 e il primo.

 

Come muoversi

Se a Tokyo ci siamo spostati sempre in metro, a Kyoto abbiamo utilizzato praticamente solo gli autobus. Ci sono pass giornalieri: il costo è di circa 500 yen, molto convenienti se si fanno più tappe in un giorno. Si possono acquistare in un ufficio fuori dalla stazione centrale. I biglietti delle corse singole si possono comprare invece sull’autobus. Meglio munirsi di monete, anche se molti mezzi sono dotati di una macchinetta che cambia banconote. I bus non sono veloci, anche per via del gran traffico, ma raggiungono ogni zona di interesse. La metro, più veloce, invece non le tocca tutte. Noi, a dire il vero, abbiamo anche camminato tantissimo.

 

Dove dormire

Noi alloggiavamo non molto distante dalla stazione centrale, posizione ottima per usufruire dei vari mezzi. Abbiamo pernottato in due hotel differenti e li consiglio entrambi. Il primo (Kyoto hotel Sanoya Inn) lo abbiamo scelto per provare l’esperienza del ryokan, il tradizionale hotel giapponese dove si dorme sui futun in stanze ricoperte di tatami, si può usufruire delle terme interne e si può provare la cena kaiseki. (In verità anche ad Hakone alloggiavamo in un ryokan ma più semplice e alla mano). È un’esperienza che va assolutamente fatta, anche se non è economica.

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La nostra stanza con allestimento tradizionale nel Ryokan di Kyoto

Non volevamo però spendere troppo per l’albergo, così abbiamo deciso di trascorrere le altre notti in un ottimo hotel per posizione e servizio, ma camere all’occidentale e prezzi più bassi: il Sunroute Hotel Kyoto.

 

Cosa vedere e fare in un viaggio a Kyoto

Alla scoperta dei 1000 torii

Siamo arrivati a Kyoto in treno da Hakone in tarda mattinata e, per forza di cose, il primo luogo d’interesse visto è stata la maestosa e moderna stazione centrale: da non perdere il gioco di luci e acqua della fontana sul piazzale. La prima vera tappa però è stato il Fushimi Inari Taisha, il santuario shintoista più antico della città. Un luogo meraviglioso, che si sviluppa sulle pendici del monte Inari. È praticamente uno dei monumenti più famosi di Kyoto (e del Giappone) ed è immenso. Conta ben cinque santuari e un percorso di torii lungo 4 chilometri, immerso nella vegetazione, lungo il quale si trovano tempietti e statue.

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L’entrata del Fushimi-Inari di Kyoto

I santuari principali e l’inizio del tragitto sono affollatissimi, molti visitatori però non arrivano alla fine del percorso e questo rende l’ultima parte molto più suggestiva e intima.

Il percorso tra gli infiniti Torii del santuario Fushimi-Inari di Kyoto

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Il santuario era dedicato agli dei del riso e del sakè, ma quando l’agricoltura perse di importanza alla divinità fu dato il ruolo di protettrice del commercio. Il luogo è pieno di statue di volpi che, oltre ad essere animali sacri in Giappone, sono considerati i messaggeri del dio del riso Inari. La visita dura 3/ 4 ore, ma già solo per questo varrebbe la pane fare un viaggio a Kyoto. Tra l’altro è uno dei pochi che resta aperto fino a tardi, l’ingresso è gratuito.

Il quartiere delle geisha

Dal Fushimi Inari ci siamo spostati a Giion, il tradizionale quartiere dei divertimenti di Kyoto e il luogo dove si possono incontrare le vere geisha. Oggi in realtà è piuttosto turistico e può lasciare un po’ delusi. Per apprezzarlo al meglio bisogna abbandonare la grande via centrale, piena di negozi di souvenir, e girare per le vie laterali fatte di basse costruzioni in legno. Particolarmente bella è Shinbashi, mentre ad Hanami-koji sembra sia più facile incontrare le gheisa.

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Nella stessa zona si trova un altro santuario molto importante Yasaka Jinja, posto in cima ad una collinetta. Quando ci siamo arrivati era ormai buio: il gioco di luci ed ombre creava uno scenario molto suggestivo, impreziosito dagli addobbi per l’imminente capodanno. L’ingresso è gratuito e resta aperto fino a tardi, almeno sotto le feste.

 

Il padiglione d’oro e il suo giardino

Se il primo giorno del nostro viaggio a Kyoto era iniziato alla grande, il secondo non è stato da meno: ci siamo diretti al Kinkaku-ji, meglio noto come tempio d’oro.  Non abbiamo trovato fila, ma siamo andati prestissimo seguendo i consigli delle tante guide che parlavano di lunghe code. Era una mattinata con il cielo terzo e la luce del sole faceva brillare la struttura.

L'incantevole vista del Kinkaku-ji - il celebre tempio d'oro di Kyoto

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Sembrerò pazza, ma non è stato in sé l’edificio d’orato a colpirmi, quanto tutto l’insieme nella sua perfezione ed eleganza: il laghetto sui cui si riflette il tempio e il grande parco che lo circonda, disseminato di statue ed edifici minori. 

Ho scoperto solo in un secondo momento che il parco è famoso proprio per l’armonia tra gli spazi verdi e gli edifici. Qui abbiamo partecipato alla cerimonia del tè, in un ambiente intimo con vista sul giardino (altra cosa da provare in Giappone).

Il tempio originale risale al 1397 ed inizialmente era una residenza dello shogun Ashikaga, divenne tempio solo dopo la sua morte. Nel 1950 un monaco gli diede fuoco distruggendolo, ma fu ricostruito come era originariamente, aumentando però le parti ricoperte d’oro. Di norma chiude alle 17 e il prezzo, quando ci siamo stati noi, era di 400 yen.

 

Il misterioso giardino secco

Dal Padiglione d’oro, passeggiando per una ventina di minuti (necessario il navigatore), abbiamo raggiunto un’altra imperdibile tappa di un viaggio a Kyoto: il Ryoan-ji, famoso per il suo giardino secco (kare sansui). È un rettangolo di ghiaia bianca di circa 200 metri quadrati dove sono posizionate 15 pietre.

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Il giardino zen più famoso del Giappone, presente all’interno del tempio Ryoan-ji di Kyoto

La particolarità è che sembra impossibile ammirarle tutte nello stesso momento. La contemplazione delle pietre dovrebbe richiamare la purificazione, ma il vero significato di questo luogo è ignoto: l’autore Soami Shinso, che lo realizzò nel 1499, non fornì alcuna spiegazione. D’inverno chiude intorno alle 16.30, d’estate alle 17. Il costo è di 300 yen.

 

Il trionfo del cibo

Dalla pace di templi e giardini ci siamo tuffati nel caos dello spettacolare Nishiki Market: impossibile immaginare quanta gente ci fosse. Bisogna armarsi veramente di tanta pazienza, ma ne vale la pena perché si possono assaggiare alcune delle specialità dello street food giapponese ( che è una di quelle cose che mi ha sorpreso nel Paese del Sol Levante, ne ho parlato qui).

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Una delle spettacolari bancarelle del Nishiki Market di Kyoto

Noi abbiamo mangiato cose buonissime, ma alcune non so cosa fossero. Parallela al Nishiki market c’è la via dello shopping: è carina ma piuttosto turistica. Consiglio comunque di farci un giro, perché nei negozi giapponesi si può veramente trovare di tutto, bisogna vederlo con i propri occhi.
In programma per il secondo giorno del viaggio a Kyoto c’era anche il Nijo Castle, costruito all’inizio del 1600 per volere del primo shogun del periodo Edo, Tokugawa Ieyasu (1543-1613). Purtroppo però era chiuso e ci siamo dovuti accontentare di vederlo da fuori.

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Il Castello Nijo di Kyoto

Un quartiere da favola

Se con il Nijo Castle non era andata bene, la tappa successiva mi ha invece emozionata e regalato scorci e paesaggi estremamente suggestivi: era il quartiere Higashiyama. È caratteristico per le tradizionali case in legno, oggi principalmente trasformate in negozi e ristoranti. Mantiene però quel fascino del Giappone di una volta, con le lanterne e il mobilio classico che ti trasportano in un altro tempo. In viaggio a Kyoto è impossibile non fare una passeggiata qui, ma senza fretta, per godersi veramente il luogo.

Da queste stradine si arriva al famoso tempio buddhista Kiyomizy-dera. Situato in cima ad una collina con un portico da cui si gode una stupenda vista, è uno dei luoghi emblematici della città, sopravvissuto alle tante cospirazioni delle varie scuole buddhiste. Il primo impatto è stato con la stupenda pagoda, poi con il resto della struttura, grande, quasi labirintica. È ricco di particolari, scorci e angoli da vivere alla scoperta anche dei riti che lo rendono un posto speciale. Anche qui infatti, come in molti altri luoghi sacri del Giappone, spiritualità e superstizione si intrecciano: tra i riti più diffusi quello di bere l’acqua da una cascata con tre bocchette: a seconda di quale getto si sceglie si può esprimere un tipo di desiderio, tra cui salute, denaro o amore.

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Una vista del Kiyomizy-dera di Kyoto

Il capodanno tra Buddhismo e Shintoismo

Essendo il 31 dicembre abbiamo chiuso la serata tra due dei luoghi che ci hanno detto essere tra i più frequentati e simbolici per quell’occasione: il santuario shintoista Yasaka Jinja e il tempio buddista Chion-in. Del Capodanno parlerò meglio in un’altra occasione, voglio solo precisare che è al maestoso Chion-che si tiene una delle più spettacolari cerimonia dei 108 rintocchi, ma occorre fare oltre due ore di fila (ingresso gratuito). Mentre al Yasaka Jinka c’è il grande falo dove accendere una sorta di corda portafortuna (Ingresso gratuito).

Il Chion-in di Kyoto con la lunghisshima fila per la celebrazione dei 108 rintocchi di capodanno

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Il quartiere Arashiyama

Occorre fare un bel tragitto in bus (circa 40 minuti) ma si arriva in un graziosissimo quartiere di basse case in legno con le montagne sullo sfondo: Arashiyama. In questo posto, che sembra quasi una cartolina, abbiamo trascorso parte del terzo giorno a Kyoto. Lungo la strada principale ci sono negozi particolarissimi e tanto street food.

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La vista sul fiume di Arashiyama a Kyoto

Mi sono innamorata subito della via, anche se il vero motivo per cui eravamo lì era un altro: il Tenryu-ji e la foresta di bambù. Il primo è uno dei cinque templi zen del Giappone e come immaginerai ha un bellissimo giardino zen progettato in stile shakkei, perfettamente integrato con il paesaggio circostante. L’avevo inserito perché era alle porte della foresta ma devo ammettere che vale veramente la visita, già solo per il connubio perfetto tra natura e cultura.
L’ingresso viene 500 yen e il tempio chiude alle 17.30

Dopo il tempio ci siamo immersi nella foresta di bambù: peccato che ci fosse parecchia gente, ma anche così era un luogo magico. Quei tronchi verdi che svettavano al cielo e i raggi del sole che filtravano appena creavano un’atmosfera particolare, sembra quasi di essere in una favola.

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La suggestiva foresta di bambù di Arashiyama a Kyoto

La tappa a sorpresa che stupisce

Il pomeriggio del terzo giorno era destinato ad altro, ma per questioni di orari il programma è saltato così abbiamo ripiegato su Higashi Hongan-ji e l’adiacente Nishi Hogan-ji. Mai stata più felice per un programma saltato: sono due strutture magnifiche, legno scuro con elaborati decori d’orati. Io ne sono rimasta affascinata dopo aver varcato il grande cancello: pochissima gente e quasi per niente turisti. Un luogo che emana spiritualità e intimità nonostante sia enorme. Tra l’altro qui è custodita una lunga corda di capelli usata per ricostruire il tempio dopo un incendio. I racconti sui sacrifici del popolo che lavorarono per rimettere su l’edificio rendono il luogo particolarmente toccante. È stata una di quelle tappe inaspettate che rendono perfetto un viaggio già stupendo.

Salutare Kyoto da Pontocho

Forse non c’era posto migliore per chiudere il nostro viaggio a Kyoto di Pontocho, un altro quartiere tradizionale con le case da te e i locali delle geisha. È l’ideale per una cena, quando le strutture si vestono di un fascino maggiore con le luci soffuse delle lanterne. Nei pressi c’è anche il fiume Kamogawa, dove abbiamo passeggiato per chiudere in modo romantico i nostri giorni in città.

 

Note a margine

Qualcuno prima di partire per il Giappone mi ha detto che alla fine di templi e santuari mi sarei stancata, ma non è stato così: ne avrei visti ancora tanti. Se per molte cose ovviamente si assomigliano, ognuno ha qualcosa di unico. Nei più famosi l’atmosfera viene un po’ rovinata dalle tante persone, ma non accade in tutti e spesso basta trovare un angolo appartato per dimenticare la folla e lasciarsi conquistare dal luogo.

 

Occhio agli orari

Per visitare templi e santuari bisogna stare molto attenti agli orari, almeno nel periodo invernale. Molti chiudono presto, anche alle 17. Ti consiglio di verificare sempre prima per quanto possibile e di cercare di visitarli e di mattina o comunque nel primo pomeriggio. Un ultima precisazione: per accedere alle stanze interne dei templi (quando è possibile, perché non sempre sono aperte ai turisti quasi sempre bisogna togliere le scarpe e girare con delle ciabatte messe a disposizione dalla struttura.

 

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4 Commenti

Barbara Paruscio 15 Luglio 2019 - 14:37

Anche io vorrei partite per capodanno e fare prima Kyoto e poi Tokyo insieme ai miei bambini ma il 1 e il 2 gennaio si riesce a visitare p è tutto chiuso . ?

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Camilla 15 Luglio 2019 - 14:48

Salve Barbara, secondo me non dovresti avere grossi problemi. Noi in quei giorni abbiamo girato abbastanza tranquillamente. Non posso dirti gli orari/giorni di chiusura o apertura anche perché potrebbero esser cambiati e non vorrei fornirti un’informazione sbagliata. Molti templi però non hanno giorni di chiusura, più che altro dovete far attenzione che molti chiudono alle 17 ma questo indipendentemente dal fatto che sia festa o meno. Considera poi che per i Giapponesi l’ultimo giorno dell’anno e il primo è tradizione visitare templi e santuari quindi troverete magari più gente (alcuni sono molto affollati) ma li troverete aperti. Buon viaggio!

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marina 23 Marzo 2018 - 16:55

abbiamo fatto praticamente lo stesso giro della prefettura di Kyoto, unica differenza il periodo , voi dicembre/gennaio noi giugno!!! Ma è sempre bellissima!

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Camilla 23 Marzo 2018 - 21:43

Si stupenda. Io non vedo l’ora di tornarci. Magari a giugno, così fa meno freddo! 😉

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