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Visitare Reggio Emilia tra recuperi industriali e antichi chiostri

Di Camilla
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–  Visitare Reggio Emilia, cosa vedere –

Non era nell’elenco delle città che volevo visitare, quel viaggio è stato il risultato di una serie di imprevisti e scelte di ripiego. Come non di rado accade, però, quell’intreccio di situazioni ci ha portato alla scoperta di luoghi che non ci aspettavamo: visitare Reggio Emilia ci ha permesso di conoscere progetti di riqualificazione molto interessanti e varcare portoni quasi anonimi che si spalancano sulla bellezza. 

Per chi cercasse anche una seconda tappa da abbinare a questa sosta, noi avevamo scelto l’elegante Parma, che già solo per  piazza Duomo e complesso monumentale della Pilotta merita assolutamente una visita. Cosa fare a Parma l’ho raccontato qui. 
Ora però concentriamoci su cosa vedere a Reggio Emilia.

Visitare Reggio Emilia

Le piazze di Reggio Emilia

La città, come immaginerai, si può girare a piedi: una bella passeggiata per il centro storico è il modo migliore per andare alla scoperta dei luoghi più interessanti, a partire dalle piazze.

  • Piazza San Prospero
  • Piazza Prampolini
  • Piazza Fontanesi
  • Piazza della Vittoria

Puoi cominciare da piazza San Prospero, con la bella basilica dedicata al patrono della città, di cui custodisce le spoglie. Il primo edificio fu consacrato nel 990, ma nella prima metà del 1500, ormai in rovina, venne demolito per essere poi ricostruito e terminato intorno al 1527, dopo un primo crollo delle fondamenta.

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Basilica San Prospero

La facciata fu completata solo nella metà del 1700, mentre la torre iniziata intorno al 1537 rimase incompiuta. Sul sagrato spiccano sei leoni in marmo rosso di Verona, che avrebbero dovuto sorreggere delle colonne. Secondo alcune teorie, quei leoni sono in realtà ben più antichi, forse di epoca romanica.

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Piazza San Prospero

Sulla piazza, che ancora ospita il mercato cittadino, si affacciano una serie di portici e alcuni locali. Costeggiando il lato sinistro, con la chiesa alle spalle, passando sotto alcune abitazioni si raggiunge piazza Prampolini.

Nel cuore del centro storico

Piazza Prampolini è il cuore del centro storico, dove si trovano il Palazzo Vescovile, il palazzo del Podestà, il Battistero e la Cattedrale di Santa Maria Assunta.  

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Piazza Prampolini

La cattedrale romanica subì diverse trasformazioni nel tempo e la facciata, affidata nel 1544 a Prospero Sogari detto il Clemente, restò incompiuta. Consiglio una visita all’interno per vedere la cripta e le numerose cappelle, tra cui quella Fiordibelli con l’opera del Guercino.

In piazza per un po’ di relax

Per un po’ di relax e una piacevole sosta, nel senso letterale del termine visto che ci sono diversi locali, l’ideale è piazza Fontanesi. L’ho trovata adorabile: forse uno dei luoghi della città che più mi ha colpita.

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Piazza Fontanesi

Sarà stata quell’atmosfera un po’ speciale che si crea al tramonto, gli alberi che ne adornano il perimetro nascondendo un po’ i palazzi, i tavolinetti pronti per cene e aperitivi, gli edifici storici e quelli colori pastelli, ma nell’album della mia memoria questa piazza è tra le immagini più vivide che conservo di Reggio Emilia. 

Di tutt’altro genere l’altra grande piazza famosa della città, quella della Vittoria, con la fontana centrale.

Per raggiungere questi punti che ti ho indicato cerca di gironzolare il più possibile tra i vicoletti perché, come molte città dell’Emilia, tanto del suo fascino è anche lì. Una delle vie che devi assolutamente percorrere è via Emia San Pietro, per i palazzi nobiliari e i lunghi portici. Ma ci passerai sicuramente dato che c’è uno dei luoghi che non devi perderti.

I chiostri di San Pietro

Se c’è una tappa che assolutamente devi inserire nel programma “cosa fare a Reggio Emilia” è ai Chiostri di San Pietro, lungo via Emilia San Pietro. L’ingresso a questo spazio è attraverso un grande portone che conduce inizialmente ad un cortile: noi l’abbiamo trovato un po’ spoglio, perché in quei giorni non c’era quasi nessuno in città.  Avevamo letto di un posto pieno di vita e dal grande fascino e eravamo un po’ delusi. Poi però ci siamo diretti ai chiostri veri e propri e abbiamo trovato uno dei posti più suggestivi di Reggio Emilia.

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Chiostri San Pietro

Questi spazi nascono dalla rigenerazione del cinquecentesco monastero benedettino dei Santi Pietro e Prospero. Prima si accede al chiostro piccolo, tardo quattrocentesco, poi all’imponente e bellissimo chiostro grande, realizzato tra il 1541 e il 1622 da Giulio Romano.

 

Ambientazioni uniche per eventi

In quei giorni non erano previsti eventi, ma questi ambienti vengono in realtà utilizzati come spazi espositivi. Immagino che possano essere cornici spettacolari per mostre ed iniziative varie. I chiostri di San Pietro rappresentano uno dei laboratori aperti dell’Emilia Romagna, spazi di innovazione culturale pensati per offrire servizi e prodotti che rispondano alle esigenze culturali, educative e di welfare della comunità. Per noi è stato un peccato non poter vedere aperti anche gli altri locali della struttura.

In città ci sono anche i Chiostri di San Domenico, che ospitano un polo culturale e una scuola musicale, ma devo ammettere che rispetto ai precedenti sono molto più spogli e meno affascinanti.

Tra i miei appunti per visitare Reggio Emilia c’era poi il chiostro della Ghiara, segnalato perché ospita eventi in una struttura molto bella. Nei giorni della mia permanenza in Emilia Romagna non c’erano però appuntamenti in programmi quindi non ho avuto modo di vederlo. Lo segnalo perché se visiti la città puoi dare un’occhiata se ci sono iniziative.

Musei di Reggio Emilia

Reggio Emilia offre al visitatore anche altri percorsi nell’arte grazie alle varie sedi dei Musei Civici: da Palazzo dei Musei, dove viene proposto un percorso in cui opere antiche e contemporanee dialogano anche attraverso la fotografia, alla Galleria Parmeggiani, passando per il museo del Tricolore (nasce a Reggio Emilia la nostra bandiera) a quello della Psichiatria (ora chiuso per lavori).

Tra i luoghi dell’arte da controllare se stai progettando di visitare Reggio Emilia c’è anche Fondazione Palazzo Magnagni, che organizzi spesso mostre e iniziative culturali.

Visitare Reggio Emilia: i progetti di riqualificazioni 

Visitare Reggio Emilia per me è stato interessante soprattutto per un motivo preciso: la scoperta di tanti e diversi progetti di riqualificazione di spazi antichi o solo vecchi, industriali e non. I Chiostri di San Pietro ne sono un esempio, ma ce ne sono altri e molto differenti tra loro.

Centro Loris Malaguzzi

Uno piuttosto specifico, che potrebbe interessare chi si occupa di educazione è il centro Loris Malaguzzi, ricavato negli spazi delle ex officine Locatelli. Malaguzzi era un pedagogista che ideò un suo metodo educativo molto apprezzato anche oltre oceano. In questi spazi, rivolti più gli addetti ai lavori che a dei semplici viaggiatori, vengono proposti laboratori e percorsi formativi per docenti ed educatori, ma anche eventi per bambini e classi.

Per me è stato comunque molto interessante parlare con uno degli addetti e scoprirne la storia. Inoltre, hanno una libreria dedicata a opere per bambini: se ti piace il genere o hai figli/e devi assolutamente vederla. Impossibile uscire a mani vuote.

Le ex Reggiane

Le ex Reggiane era un luogo che desideravo tantissimo vedere, perché fucina di street art come pochi altri posti lo sano stati in Italia.  Erano uno dei siti industriali più grandi della città che, una volta dismesso, divenne spazio di arte urbane ma anche di occupazione abitativa. Fu un luogo molto particolare, a tratti anche difficile, perché vi convivevano persone molto diverse tra loro e spesso con storie di migrazioni, disagio e povertà. Le tensioni non sono mancate negli anni, ma neanche gli esempi di coesistenza pacifica e confronto.

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Ex reggiane

Nei muri delle ex Reggiane artisti provenienti da tutta italiana si sono incontrati, hanno pitturato e soprattutto sperimentato, mettendo a punto nuovi modi di disegnare. Io ho approfondito la storia di questo spazio grazie al podcast la città nella città di Travel on art.

Avrei voluto girare tra quei capannoni, dentro e fuori, ma purtroppo oggi non è più possibile. Ben poco di quelle opere sono ancora visibili e probabilmente fra non molto spariranno del tutto. Le ex Reggiane sono infatti oggetto di un importante e grande progetto di riqualificazione, che le sta trasformando in un polo d’innovazione tecnico, scientifico e umanistico al servizio delle imprese.

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Ex Reggiane (interno)

 

Oggi si può camminare lungo un paio dei capannoni riqualificati dove ci sono uffici e laboratori scientifici, oltre ad un ristorante, e vedere da fuori i muri pittati di alcuni capannoni completamente sventrati all’interno.

 

Le opere ancora visibili sono pochissime, ma finché è possibile vale la pena farci un salto se la street art ti appassiona o ti incuriosisce vedere come vengono  trasformati i vecchi spazi industriali (io ho un po’ una fissa per questo tipo di progetti).

Devo ammettere che avrei preferito se almeno qualcuno di quei muri pittati fossero rimasti, perché erano comunque parte della storia delle officine. Riqualificare, per me, vuol dire anche conservare tracce del passato dei luoghi, come viene fatto ad esempio con vecchi macchinari oggi in esposizione. Ma è solo la mia opinione, che ovviamente non conosco i dettagli dell’intervento in corso.

Collezione Maramotti

L’altro interessante progetto di riqualificazione che caratterizza una visita a Reggio Emilia è quello che riguarda l’ex stabilimento Max Mara: nella sede originaria del noto brand di moda è stata infatti allestita la collezione Maramotti. L’idea è del fondatore Achille Maramotti che già in alcuni corridoi dello stabilimento aveva esposto opere d’arte per promuovere la convivenza e la contaminazione tra creatività artistica e disegno industriale.

Nei primi anni 2000, con lo spostamento dell’impresa in un’altra sede, questi spazi sono stati trasformati in un luogo espositivo con moltissime opere che vanno dal 1945 ad oggi e che toccano diversi stili espressivi italiani ed europei.

Una passeggiata nel verde

Nella tua visita in città puoi inserire su cosa fare a Reggio Emilia anche una bella passeggiata nel verde al parco del Crostolo arrivando fino alla Reggia di Rivalta, aperta solo per eventi.

Chicche d’architettura

Reggio Emilia ha anche un’altra particolarità che la rende particolarmente interessante per gli amanti di arte e architettura, le opere di Calatrava: la stazione Mediopadana e i tre ponti dell’asse viario che collega la città a Bagnolo.

Piccola nota conclusiva

Come accennavo all’inizio, Reggio Emilia non era nei miei programmi ma si è rivelata ricca di spunti e ispirazioni. Il mio consiglio è di non visitarla ad agosto perché purtroppo molti spazi espositivi sono chiusi e quelli visitabili solo in occasioni di eventi non hanno iniziative in quel periodo.

Spero che questo mio articolo possa essere di aiuto per visitare Reggio Emilia e farti scoprire un luogo che potrebbe stupirti. 

 

 

 

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