– Stile di vita danese –
Era marzo inoltrato ma faceva così freddo da sembrare un inizio gennaio particolarmente rigido, le scarpe scricchiolavano calpestando il sale che ricopriva le strade ghiacciate e il vento in alcuni punti della città era così gelido che per la prima volta ho veramente capito perché si paragona a una lama affilata.
I parchi però erano pieni di bambini che scorrazzavano come fosse una giornata di fine primavera, solo che al posto dei fiori c’era la brina ghiacciata. I più piccini invece sonnecchiavano beati nelle carrozzine lasciate fuori dai locali, aspettando incuranti e da soli che i genitori all’interno sorseggiassero qualcosa di caldo. Nel tardo pomeriggio la città è diventata piano piano silenziosa; dalle finestre, tutte addobbate con qualche fiore e una lampada sul davanzale, si vedevano accendersi luci calde e soffuse per accogliere i momenti in famiglia.
Se escludiamo il coloratissimo e famosissimo porticciolo di Nyhavn (che conosce anche chi non è mai stato in Danimarca), questa è la prima immagine che custodisco di Copenaghen. Ero curiosissima di visitare la capitale danese e i giorni trascorsi lì sono stati una sorpresa continua. Il mio giro è stato molto interessante e le cose da vedere le trovi qui, ma ciò che mi ha colpito forse di più è stato lo spiraglio che si è aperto sullo stile di vita danese, piuttosto differente dal nostro. Il modo con cui si affronta il lavoro, si vive il tempo libero, ci si rapporta alla comunità, si scandisce la propria quotidianità e si organizza la vita in generale.

Scorci di Nyhavn
Sbirciare la quotidianità dei luoghi
Viaggiare per me è osservare le persone oltre che le attrazioni, passeggiare per le vie lontane dalle tappe più turistiche, provare a percepire un po’ della quotidianità del posto, della vita della gente del luogo. Certo, ci vogliono anni per capire veramente una cultura diversa e come si vive in un paese che non è il proprio. Nella maggior parte dei casi non c’è il tempo di approfondire, ma osservando e parlando con le persone qualcosa si riesce a carpire.
Stile di vita danese
Dal mio viaggio in Danimarca oltre ad una scatola a forma di mattoncino Lego gigante (è pur sempre la patria dei Lego e io sono tornata bambina), ho riportato a casa un bellissimo dipinto di un’artista locale, qualche centinaia di foto ma soprattutto tanti piccoli dettagli, parole, immagini, racconti che hanno stuzzicato la mia curiosità sullo stile di vita danese.

Lego
A partire da quell’equilibrio particolare che sembra esserci tra vita privata e lavoro, cosa che a noi troppo spesso manca, dove il secondo non prende il sopravvento sulla prima. C’è spazio per se stessi, per la famiglia e gli amici, i momenti preziosi che sono tutelati.

Momenti di quotidianità
C’è poi quel senso di comunità e di fiducia che porta a un profondo rispetto delle regole e dell’altro, andando a definire tanti aspetti e comportamenti. Tra questi c’è anche lasciare un bimbo di pochi mesi da solo all’esterno di un locale, perché nessuno lo toccherà mentre dorme e si temprerà per il freddo che lo accompagnerà per gran parte della vita. Ma anche vedere bambini viaggiare da soli nei mezzi quando hanno dieci anni o anche meno.

Carrozzine e bambini fuori dai locali
Tempo libero e Hygge
Magari è stata una mia impressione, ma anche il modo di vivere il tempo libero è piuttosto diverso e caratterizza lo stile di vita danese. I locali per uscire sono molti e alcuni mi sono anche rimasti nel cuore (qui trovi dove mangiare a Copenaghen), ma c’è una marcata tendenza a prediligere momenti condivisi in mezzo alla natura o, quando il freddo non lo consente, in casa. Avrai probabilmente sentito parlare di Hygge. Si, ora viene venduto un po’ anche a scopo di marketing, non c’è dubbio. Trae comunque un fondo di verità da una cultura dove il lavoro viene vissuto seriamente ma non è tutto, dove i momenti intimi, condivisi con i propri cari, hanno un valore speciale.
Qui fermarsi e godersi l’atmosfera di un momento di relax, fatto di cose semplici, non è un’eccezione.

Le case in centro
Regole, welfare e una guida locale che può aiutarti
Certo, tutto questo si basa su un sistema di regole ben diverso dal nostro. Su un welfare che sembra funzionare molto meglio di quello italiano. Ho avuto la fortuna di approfondirlo molto con la nostra guida italo danese Linda escursioni (ne parlavo qui) che ci ha raccontato tanti dettagli del paese, del sistema di istruzione, della concezione della famiglia e dello stile di vita in generale. Se visiterai Copenaghen ti suggerisco caldamente di contattarla.
So bene che la Danimarca è un paese costoso, l’ho sperimentato sulla mia pelle pagando due burger e due birre quasi 40 euro, ma non si possono paragonare i paesi per i costi se non si tiene conto anche di salari e servizi in generale. Non voglio qui dilungarmi sulle leggi e le norme danesi, perché un viaggio non mi rende un’esperta. Non voglio neanche dire che la Danimarca sia il paese ideale, non ci ho vissuto e sarebbe avventato sostenerlo. Ogni stato poi ha i suoi problemi e il luogo perfetto non esiste. Di sicuro però è stata una bella scoperta non solo per i luoghi, ma per il contatto con uno stile di vita diverso.
Da quelle grandi finestre che cercano di far entrare tutta la luce possibile in un paese molto più buio del nostro ho intravisto un approccio diverso che mi ha affascinata.
Penso spesso di tornare in Danimarca. È una delle prime mete che mi viene in mente quando rifletto sul post pandemia: le distese verdi fuori dalle città, il contatto con la natura, la ricerca di un’intimità che non è esclusione dell’altro ma condivisione.
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2 Commenti
Sono stata a Copenhagen troppo tempo fa per cui non saprei fare un’analisi dettagliata come la tua, però sono stata in altri paesi “vicini” come la Svezia e la Norvegia e direi che ci sono parecchi tratti comuni. Quello che mi colpisce sempre in questi paesi e che secondo me manca qui in Italia è proprio quel senso di “fiducia”. Non so nemmeno se sia la parola giusta ma il concetto lo hai spiegato benissimo con l’abitudine di lasciare i bambini a dormire fuori dai locali, oppure con l’abitudine che ho visto spesso in Norvegia di non chiudere mai a chiave cancelli/porte perché ci si fida del prossimo. La trovo una cosa bellissima.
In Norvegia non sono ancora stata ma mi piacerebbe molto, però in Svezia si e anche io ho riscontrato un atteggiamento e un modo di vivere simile a quello danese. Ne ero rimasta molto colpita e mi fa piacere che anche tu la pensi come me.