– Alla scoperta dei più bei borghi abruzzesi –
Con questo articolo voglio accompagnarti a passeggio per l’Abruzzo, per mostrarti piccole gemme della regione che vengono spesso trascurate ma che sono incantevoli.
Quando la quarantena da Covid-19 sarà finita e potremo ricominciare a viaggiare, lo faremo molto di più in Italia, perché il turismo del nostro paese avrà bisogno di una mano per riprendersi. In un primo momento, poi, andare in paesi lontani probabilmente sarà ancora impossibile o molto complicato per via delle norme sugli accessi. Quella situazione diventerà la scusa perfetta per riscoprire alcune bellezze del nostro territorio, che a volte diamo per scontate e non ci fermiamo ad ammirare.
Alla scoperta dei borghi abruzzesi
L’Abruzzo è una di quelle regioni che può offrire veramente tanto, dal mare ai monti, passando per adorabili paesini, ma spesso non riceve l’attenzione che merita. Da quando ormai una decina di anni fa mi sono trasferita a Vasto (ne approfitto per segnalarti un articolo in cui parlo delle sue spiagge), sto scoprendo questa regione a poco a poco e ne parlo spesso anche in questo blog.
Di alcuni dei borghi abruzzesi che meritano assolutamente una visita avevo già scritto in precedenza. Sono tra i luoghi più suggestivi della regione:
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Sulmona e Pacentro
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Rocca Calascio
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Santo Stefano di Sessanio
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Roccascalegna
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Scanno
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Celano con il castello Piccolomini
Oggi però voglio portarti alla scoperta di atri luoghi dell’Abruzzo che meritano di essere inseriti in un itinerario per conoscere meglio questa parte d’Italia.

Pescocostanzo dall’alto
Borghi abruzzesi, le tappe da non perdere
Pescocostanzo, una perla tra i monti
Nel parco nazionale della Majella, a 1400 metri d’altitudine, sorge uno dei borghi abruzzesi di cui mi sono letteralmente innamorata: Pescocostanzo. E pensare che in realtà ci sono stata solo diversi anni dopo essermi trasferita in questa regione. Le sue origini risalgono al X secolo. Fu però fortemente colpito dal terremoto che devastò l’Abruzzo nel 1456, in seguito al quale ne fu ridisegnato l’assetto urbanistico, con il contributo di una massiccia presenza di maestranze lombarde, che influenzarono le abitudini locali.

Case con vignale
L’attenzione e l’ordine con cui fu riedificato il borgo furono tali da creare una serie di scorci decisamente scenografici, ancora oggi segni distintivi del paese. Il punto di svolta nella storia di Pescocostanzo si ebbe nel 1774, quando divenne Universitas Sui Domina, comunità padrona di sé, liberandosi dal dominio feudale. La buona condizione economica di istituzioni e privati fa si che ancora oggi si ritrovino diverse opere di pregio nelle chiese.

Dettagli di Pescocostanzo
Passeggiando per Pescocostanzo
Palazzi signorili dai grandi ed elaborati portali, fregi antichi, incisioni e storiche fontane caratterizzano tutte le vie intorno alla grande piazza centrale. Qui si affacciano il Palazzo del Comune con la torre dell’orologio, quello del Governatore (oggi sede della biblioteca) e Palazzo Fanzago, dove si trova il museo del tombolo, antica arte del merletto. Tipiche del borgo sono le case con vignale, come Casa D’Amata in via Ricciardelli: hanno facciate con scale esterne che conducono a un pianerottolo dove c’è l’ingresso. Alla bellezza architettonica del borgo corrisponde una particolare cura con cui è conservato: un piccolo gioiellino impreziosito da fiori e vasi alle finestre e sui portoni.

Tra le vie di Pescocostanzo
Da non perdere la visita alla chiesa collegiata, con i maestosi soffitti a cassettoni d’orati e diverse opere d’arte. Accanto c’è la chiesa di Santa Maria del Suffragio dei Morti, tanto semplice fuori quanto ricca dentro. Ad entrambe si accede da una scalinata affacciata su una delle vie principali del centro: un colpo d’occhio niente male.
Dalla collegiata verso via Colecchi Ottavio si percorre un elegante viale in parte alberato, costeggiato da alcuni edifici storici, come il palazzo Sabatini dagli stupendi fregi e l’antica chiesa di Santa Maria e Gesù. Lungo la strada si vedono le tradizionali botteghe dove si lavorano gioielli e non solo. D’obbligo salire in cima allo sperone dove sorge la chiesa di Sant’Antonio Abate che sembra vegliare su tutto l’abitato.
Alla visita del borgo puoi abbinare una passeggiata nella lecceta di Sant’Antonio, non molto distante dal paese.

La lecceta di Sant’Antonio
Guardiagrele città di pietra e rame
Tra le tappe immancabili nella scoperta dei più bei borghi abruzzesi non può mancare Guardiagrele, uno dei paesi in cui torno spesso. D’Annunzio la definì città della pietra, ma Guardiagrele è anche la città del rame, per le storiche lavorazioni con questo materiale, ed è pure patria delle sise delle monache, uno squisito dolce tipico su cui non mancano curiose leggende. La fama del borgo è dovuta principalmente all’arta artigiana, soprattutto quella orafa, il cui esponente più rinomato fu Nicola da Guardiagrele. A testimoniare la vivacità del paese e le sue capacità artigiane c’è anche il riconoscimento da parte del regno di Napoli, nel 1391, di poter battere moneta.

Collegiata Guardiagrele
Come gran parte dei borghi, anche il centro di Guardiagrele è piuttosto raccolto all’interno delle mura-casa. Si può accedere dal grande arco, ai lati del quale si trovano molte delle botteghe artigiane. Stupenda la chiesa collegiata del XII secolo al centro del paese, ai cui lati si sviluppano scenografici portici, che conducono ad uno stupendo panorama.
Da non perdere l’affresco laterale di San Cristoforo, protettore dei viaggiatori, ma anche tutti gli stemmi nobiliari. Alla chiesa si accede lateralmente, e subito dentro si sale una grande scala per arrivare alla navata; nel seminterrato si trova invece la cripta di San Rocco. Stupenda è la visita quando accompagnata dal melodioso suono delle campane.

Il porticato di Guardiagrele
Altro luogo storico di Guardiagrale è ciò che resta del torrione longobardo, ad uno degli estremi del centro storico. Dal lato opposto del paese, si trova la villa comunale, un grazioso giardinetto con un romantico ponte. Tra le tappe da fare in paese ci sono poi il museo dell’artigianato, collegato alla grande fiera omonima che si svolge in paese; la chiesa di San Francesco d’Assisi, dall’esterno gotico e l’interno barocco; e quella della Madonna del Carmine, con la facciata in stile Liberty. Passeggiando per le sue vie non potrai non notare gli stupendi palazzi antichi. D’obbligo una sosta alla pasticceria Palmerio per gustare le sise delle monache, il dolce tipico. Ne sfornano di continuo e ti assicuro che è una delizia.

Chiesa Madonna del Carmine
Tagliacozzo, il borgo arroccato sulla roccia
Tagliacozzo, terzo comune della Marsica in provincia de L’Aquila, in realtà l’ho scoperto attraverso mia madre, che in una delle tante volte che mi è venuta a trovare ha insistito per andare in questo paese di cui aveva visto delle foto. Devo dire che aveva perfettamente ragione. Sviluppatosi soprattutto nel Medioevo, ha però origini molto più antiche. È un piccolo gioiellino arrampicato sulla roccia: il nome vuol dire proprio tagliato dalla roccia, in riferimento al monte Bove su cui sorge. La sua storia è segnata da un’importante battaglia, quella tra Corradino di Svevia e Carlo d’Angiò, nel 1268.

Tagliacozzo
Tagliacozzo appare come una piccola perla, con un’elegante piazza dalle tinte pastello a cui si accede superando uno storico e maestoso fontanone e, subito dopo, la porta dei Masi. Il mio consiglio è di sederti in uno dei tanti bar e godersi la tranquillità della piazza dell’Obelisco. Tutt’intorno un susseguirsi di eleganti palazzi medioevali e rinascimentali, con bifore, archi e piccoli loggiati.

Chiesa SS. Cosma e Damiano
Dal centro si può salire nella parte alta del paese attraverso strette e ripide viuzze costeggiate da palazzi storici. Uno dei primi edifici che si incontra è il Convento di San Francesco, con gli affreschi che raffigurano la vita del Santo. Qui è sepolto San Celano, il primo biografo di San Francesco. Continuando a salire si trova la chiesa dei SS. Cosma e Damiano, con l’annesso convento abitato da suore di clausura. Tra gli edifici storici il palazzo ducale dei conti Orsini, che però noi abbiamo trovato chiuso. In un elenco dei più bei borghi dell’Abruzzo, Tagliacozzo non può certo mancare.
San Giovanni in Venere
Non è un borgo ma vale assolutamente la pena di includerla tra le chicche dell’Abruzzo: sto parlando della chiesa di San Giovanni in Venere, non lontano dal centro abitato di Fossacesia, lungo la Costa dei Trabocchi. Si tratta di una basilica e del vicino convento che furono edificati dove sorgeva un tempio pagano dedicato a Venere, da cui ne deriva il nome. La prima piccola chiesa fu costruita nel VI secolo da alcuni monaci Benedettini, ma fu praticamente distrutta da un terremoto.

Il chiostro di San Giovanni in Venere
Intorno al 1015 fu riedificata, con l’aggiunta di due chiostri, una scuola e una biblioteca. Ma è nel 1165 che vide il suo maggior sviluppo, con un grande intervento architettonico con l’obiettivo di ricreare la solennità delle cattedrali benedettine: furono innalzate le mura, introdotto colonne semipensili, così come arcate vagamente ogivali, e fu sollevato il presbiterio. Alla fine del XII secolo la chiesa era completata, compresi gli affreschi della cripta, che nella struttura risaliva alla seconda edificazione.
San Giovanni in Venere veglia sulla costa dall’alto della collina, regalando un panorama ameno. Dalla chiesa si accede al chiostro: uno spazio raccolto immerso nel silenzio e nel verde. Una piccola oasi incantevole dove tornare in pace con il mondo.
Spero che questo mio giro a passeggio tra alcuni dei più bei borghi abruzzesi ti sia piaciuto e possa essere d’ispirazione per future tappe alla scoperta di luoghi meno noti dell’Italia. Se vuoi qualche altra idea su cosa fare in Abruzzo, ti segnalo anche il giro in Canoa sul Tirino e la raccolta dello zafferano a Navelli (in questo caso due belle attività da fare in compagnia del gruppo di Majellando)
(e.
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